Indice
- Differenze tra i Prime Big Deal Days e gli altri eventi
- Risultati precedenti e importanza della partecipazione
- Impatto per i venditori
- Impatto sui consumatori
- Impatto sul mercato
- Conclusioni
Introduzione
Amazon ha recentemente annunciato i Prime Big Deal Days, un nuovo evento promozionale che si terrà l’8 e il 9 ottobre, confermando così un ulteriore appuntamento dedicato agli sconti esclusivi per gli iscritti al servizio Prime.
Questo evento arriva pochi mesi dopo i tradizionali Prime Days di luglio, del back to school e ad un passo dal Balck Friday e Cyber Monday ampliando ulteriormente il calendario delle iniziative promozionali dell’azienda.
1. Differenze tra i Prime Big Deal Days e gli altri eventi
I Prime Big Deal Days si distinguono dai Prime Days non solo per la tempistica, ma anche per la loro finalità strategica: mentre l’evento di luglio è pensato come un evento per “svegliare” le vendite estive e quindi dare un forte impulso alle vendite a metà anno, i Prime Big Deal Days sembrano orientati verso una preparazione per la stagione dello shopping natalizio.
Una sorta di evento che preannuncia l’ingresso nel periodo dei regali.
C’è da dire che questo evento offre sconti esclusivi e limitati, puntando soprattutto su prodotti tecnologici, articoli per la casa e moda, con un focus crescente su categorie che spingono al rinnovamento delle scorte da parte dei consumatori.
Rispetto ad altri eventi globali come il Black Friday e il Cyber Monday, i Prime Big Deal Days si caratterizzano per essere rivolti esclusivamente ai membri Prime, favorendo una percezione di esclusività, quasi a voler riservare un trattamento di favore per gli abbonati Prime.
In sostanza Amazon sembra voler invogliare gli utenti ad abbonarsi riservando degli eventi dedicati ed esclusivi durante tutto l’anno.
Al contrario, eventi come il Black Friday coinvolgono una più vasta platea di consumatori e una gamma più ampia di rivenditori.
Questo fa sì che i Prime Big Deal Days rappresentino un’occasione unica per fidelizzare ulteriormente la clientela Prime, mentre i grandi eventi globali hanno una connotazione più trasversale e diffusa.
2. Risultati precedenti e importanza della partecipazione
Negli ultimi anni, i Prime Days di luglio hanno portato risultati significativi per Amazon.
Nel 2023, le vendite globali dell’evento hanno sfiorato i 13 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 12 miliardi dell’anno precedente, segnalando la crescente partecipazione sia di venditori che di consumatori.
Questo successo rende strategico, per Amazon, il lancio di ulteriori eventi promozionali poiché permette di mantenere alta l’attenzione sul proprio ecosistema commerciale, garantendo un flusso costante di vendite e di introiti dovuti alle fee di partecipazione e alle consuete commissioni di vendita, di logistica e per gli investimenti pubblicitari.
Ovviamente partecipare a questi eventi offre grandi opportunità ai Seller, in quanto aumenta la visibilità dei loro prodotti all’interno di una piattaforma che attira milioni di acquirenti ogni anno.
Inoltre, per i consumatori, è un’occasione per ottenere prodotti a prezzi scontati, rafforzando il legame con Amazon e incoraggiando la fedeltà al servizio Prime.
Ma è davvero un bene avere così tanti eventi promozionali durante l’anno?
Vediamo alcune riflessioni su tutti i soggetti coinvolti.
L’aumento del numero di eventi promozionali come i Prime Big Deal Days, oltre ai già consolidati Prime Days, Black Friday e Cyber Monday, potrebbe avere effetti controproducenti sia per i venditori che per l’intero ecosistema del commercio online.
Se da una parte questi eventi generano un aumento immediato delle vendite, dall’altra possono portare a una svalutazione costante dei prodotti e a una dipendenza sempre maggiore dalle promozioni per stimolare la domanda.
3. Impatto per i venditori
Un primo aspetto da considerare è che, partecipando a un numero crescente di eventi promozionali, i venditori sono costretti a ridurre i propri margini di profitto con più frequenza.
Lo sappiamo Amazon non è di certo un canale di vendita che consente di avere i margini più alti tra quelli a disposizione ma il bilanciamento di questa considerazione sta nel palcoscenico enorme offerto e nell’alto numero di ordini ricevuti annualmente.
Il risultato è che alla fine dell’anno si vende di più e, se tutto è stato gestito correttamente, anche i guadagni saranno superiori.
Detto ciò partecipare agli eventi significa offrire sconti in modo consistente e frequente, il che può mettere pressione sui venditori e ridurre i loro margini di profitto.
Se questo accade due o tre volte all’anno, l’effetto è gestibile, ma se gli eventi diventano 5 o 6, il rischio è che le aziende si trovino intrappolate in un ciclo di sconti costanti, dove l’unica leva per aumentare le vendite è ridurre i prezzi.
Questa dinamica rischia anche di incentivare una competizione malsana tra venditori, dove il criterio principale per emergere diventa il prezzo e non la qualità o l’innovazione dei prodotti.
La strategia a lungo termine delle aziende potrebbe diventare quella di produrre beni a costo sempre più ridotto, con possibili conseguenze negative sulla qualità e questo comporta un danno per i consumatori che si troveranno ad acquistare prodotti meno duraturi e sicuri.
Un altro aspetto negativo potrebbe essere dovuto al fatto che l’acquisto di molti prodotti potrebbe essere dovuto non a reali esigenze ma alla presenza dello sconto e alla foga di partecipare all’evento.
Gli acquisti compulsivi, derivanti dalla sensazione di “occasione imperdibile” offerta dagli sconti, anche quando il prodotto non è realmente necessario può avere conseguenze importanti, come un alto volume di resi successivi, quando i clienti si rendono conto che ciò che hanno acquistato non era davvero utile o desiderato.
Questa dinamica ha un impatto negativo enorme per i venditori, che devono gestire i costi logistici e amministrativi dei resi, ricevendo spesso dei prodotti invendibili o addirittura non richiamando gli stessi.
Questa deriva comporta anche un consumo aggiuntivo di risorse per il trasporto e l’imballaggio, aumentando contribuendo all’inquinamento e quindi a danno dell’ambiente.
In un mondo che cerca di diventare sempre più sostenibile, l’incentivare acquisti non necessari rischia di creare un circolo vizioso che danneggia sia il commercio che il pianeta.
4. Impatto sui consumatori
Dal lato dei consumatori, l’abitudine a eventi promozionali frequenti può portare a una percezione distorta del valore dei prodotti.
Gli acquirenti potrebbero scegliere di non acquistare nulla durante i periodi non promozionali, aspettando gli eventi di sconto, sapendo che un’offerta migliore potrebbe essere imminente.
Questo comportamento modifica i cicli di vendita tradizionali, riducendo l’interesse per gli acquisti “a prezzo pieno”. Si crea quindi una sorta di “aspettativa di sconto perpetua”, che rende sempre più difficile per i venditori vendere i propri prodotti a prezzo standard.
Inoltre, un afflusso continuo di promozioni potrebbe indebolire la fedeltà al marchio, poiché i consumatori diventano più sensibili al prezzo che alla qualità del servizio o del prodotto.
Se l’unico fattore che distingue un marchio dall’altro è la disponibilità di uno sconto, il valore percepito della fedeltà si riduce drasticamente.
Infine c’è il problema della qualità. Come abbiamo accennato sopra, per poter far fronte a queste scontistiche i venditori potrebbero essere portati a rinunciare alla qualità con effetto diretto sul consumatore il quale si troverà ad utilizzare il prodotto ordinato.
5. Impatto sul mercato
Un’altra conseguenza potenzialmente negativa è il blocco della spinta innovativa del mercato.
Con eventi promozionali sempre più frequenti, le aziende potrebbero essere maggiormente impegnate a prepararsi per gli eventi invece che innovare i prodotti, svilupparli, migliorarli e partorire nuove idee per mantenere alto l’interesse dei consumatori.
Questo comporterebbe una crescita esponenziale delle campagne di marketing e dei relativi costi pubblicitari, riducendo lo sviluppo e accantonando la cura del prodotto e del cliente che si vedrebbe sempre meno coinvolto dal brand e sempre più chiamato esclusivamente ad acquistare senza altri tipi di coinvolgimento.
Alla lunga, la ripetitività potrebbe ritorcersi contro anche sull’efficacia dell’evento stesso e quidni potrebbe portare ad una erosione del valore percepito degli eventi, rendendo più difficile ottenere performance in crescita ogni anno.
In questo contesto, diventa cruciale trovare un equilibrio tra la necessità di stimolare le vendite attraverso sconti e promozioni e l’obiettivo di preservare la sostenibilità a lungo termine del mercato.
Non si tratta solo di evitare di abituare i consumatori agli sconti, ma anche di mantenere un ecosistema commerciale che premi la qualità e l’innovazione.
Conclusioni
Mentre eventi come i Prime Big Deal Days rappresentano indubbiamente un’occasione per aumentare gli introiti delle piattaforme, l’aumento della frequenza di queste promozioni rischia di generare numerosi effetti negativi per la maggior parte dei soggetti coinvolti.
Le aziende potrebbero trovarsi a fare affidamento esclusivo su campagne scontistiche per stimolare la domanda, con un impatto negativo sui margini di profitto e sulla qualità dei prodotti.
I consumatori, dal canto loro, potrebbero sviluppare una dipendenza dagli sconti, indebolendo il valore percepito di molti beni e servizi ricevendo un “prodotto” di dubbia qualità.
Non dimentichiamo anche gli effetti negativi dei resi sull’ambiente.
In definitiva, l’eccessiva enfasi sugli sconti potrebbe portare a un mercato cannibalizzato da promozioni continue, con conseguenze dannose per l’intero ecosistema commerciale.
Per questo motivo, è importante che Amazon e i venditori trovino un punto di equilibrio tra promozioni e strategie di vendita a lungo termine, evitando che la corsa agli sconti svaluti il vero valore dei prodotti e delle esperienze d’acquisto.
Ciò che è certo è che Amazon avrà sempre interesse a difendere e promuovere eventi di questo tipo ma non significa che questa sia la soluzione migliore per tutti i player coinvolti.