Uno dei dubbi amletici più ricorrenti che imperversa tra chi si avvicina al mondo dell’eCommerce, e più in particolare tra chi si appresta ad avviare un’attività basata sul modello di business Retail Arbitrage, riguarda l’utilizzo dei marchi altrui.
- Per utilizzare un marchio è sempre necessaria l’autorizzazione del titolare dei diritti?
È questo, ad esempio, un quesito tra i più gettonati, al quale andremo a dare una risposta nell’articolo di oggi.
Indice
- Violazione del marchio tra disinformazione e falsi miti
- Quando non è possibile vendere prodotti di marchi altrui
- I criteri da soddisfare per vendere prodotti di brand terzi
- Come evitare di incorrere in violazione
Violazione del marchio tra disinformazione e falsi miti
Prima di addentrarci nei perché e nelle motivazioni di ordine tecnico che dirimono sostanzialmente la questione, occorre sfatare uno dei tanti falsi miti che nel web si fa spazio tra informazioni incorrette e frammentarie.
Se non sei il titolare di un marchio non significa necessariamente che tu non possa vendere il prodotto del titolare dei diritti.
Se il prodotto è originale e non è frutto di un’importazione parallela illegale, infatti, puoi utilizzare il marchio per commercializzare quel dato articolo.
Se non sai cos’è un’importazione parallela illegale ti consiglio di dare un’occhiata a questo articolo che ho pubblicato a riguardo sul blog.
Per intenderci, nel caso in cui, ad esempio, tu vendessi un set di lenzuola originali a marchio Pinzon e lo pubblicizzassi sul Marketplace come tale, non staresti violando il marchio Pinzon.
Questo è ciò che accade di norma, tuttavia potrebbero sussistere delle specifiche condizioni che andrebbero a generare una violazione del marchio, e quindi anche della policy Amazon.
Capiamo insieme quali sono queste condizioni.
Quando non è possibile vendere prodotti di marchi altrui
Vendere articoli di marchi altrui può effettivamente rappresentare un problema allorquando il titolare dei diritti decida di farne espressamente divieto.
Ad esempio, ciò può accadere laddove vi siano legittimi motivi per opporsi a un’ulteriore commercializzazione dei beni, soprattutto nel caso in cui la condizione della merce sia cambiata o compromessa dopo che è stata immessa sul mercato.
Un altro motivo alla base della violazione del marchio altrui può essere legato all’attivazione della distribuzione selettiva, ovvero “un sistema di distribuzione nel quale il fornitore si impegna a vendere i beni o i servizi oggetto del contratto, direttamente o indirettamente, solo a distributori selezionati sulla base di criteri specificati e nel quale questi distributori si impegnano a non vendere tali beni o servizi a rivenditori non autorizzati nel territorio che il fornitore ha riservato a tale sistema“.
Se vuoi saperne di più sul modello di distribuzione selettiva ti invito a guardare il video interamente dedicato a questo argomento, pubblicato sul mio canale Youtube.
I criteri da soddisfare per vendere prodotti di brand terzi
Se fino ad ora abbiamo analizzato cosa va evitato, capiamo adesso cosa un Amazon Seller deve assolutamente fare per essere in regola con la vendita di articoli di brand terzi.
Prima di ogni cosa è necessario che il prodotto sia autentico.
Tornando quindi all’esempio delle lenzuola, la pubblicazione di un prodotto Pinzon autentico da parte di un venditore terzo non costituisce una violazione dei diritti del titolare del marchio Pinzon, perché il marchio viene utilizzato per identificare un prodotto autentico.
Altro requisito fondamentale è che si utilizzi una parola registrata come marchio nel suo normale significato descrittivo.
Ancora, è opportuno che il venditore affermi in modo veritiero che un articolo è compatibile con un prodotto che dispone di un marchio registrato.
Per esempio, se offri un cavo compatibile con l’e-reader Kindle, puoi utilizzare il nome della marca Kindle per indicare tale compatibilità nel testo della pagina prodotto. In questo caso non è consentito utilizzare il logo, ma solo il nome della marca.
Le dichiarazioni relative alla compatibilità inoltre devono sempre essere veritiere, pertinenti e determinanti ai fini della decisione di acquisto del cliente.
Ciò significa che se un prodotto è effettivamente compatibile con tutti i prodotti concorrenti, non è consentito utilizzare le marche di tali prodotti, in quanto non esiste il rischio di acquistare il prodotto “sbagliato” se la compatibilità non è specificata.
Possono altresì tradursi in violazione della legge sui marchi commerciali, e di riflesso della policy Amazon, frasi che comportino un confronto, ad esempio affermare che un prodotto è “simile a Kindle” o “equivalente a Find”.
Come evitare di incorrere in violazione
Come si fa a verificare che non si stia violando la legge sui marchi quando si vende su Amazon?
Sebbene talvolta risulti compito assai arduo risalire alla catena di distribuzione e verificare se uno più prodotti siano oggetto di distribuzione selettiva, deve comunque essere compito del seller fare di tutto per accertarsi che le merci in vendita provengano da un distributore affidabile e attendibile.
È inoltre importante che il venditore sia in grado di dimostrare in ogni caso l’autenticità e la provenienza dei prodotti, laddove dovessero pervenire segnalazioni o sorgere altri tipi di problemi.
È bene infine descrivere dette merci potrebbe con chiarezza ed in trasparenza, senza generare confusione nel cliente con informazioni relative a compatibilità e/o somiglianza ingannevole.